sabato 23 luglio 2011

Fiumicino, corteo anti discarica

Dopo le proteste sulla via Aurelia e a Fregene, la mobilitazione cittadina contro la realizzazione della discarica di servizio a «Pizzo del Prete», nella località di Castel Campanile, ha raggiunto oggi direttamente Fiumicino città. 
È il sesto sabato consecutivo di protesta, organizzato come sempre dal Comitato Rifiuti Zero che promuove la raccolta differenziata porta a porta A tratti sotto la pioggia, il corteo è partito da via Foce Micina, aperto da un camion ed animato da circa 700 persone, con slogan, fischietti, tamburi e striscioni («No alla discarica e all’inceneritore», «No all’inquinamento della nostra campagna»), sta percorrendo alcune delle strade principali del centro storico. 
Il corteo è presidiato in testa ed in coda da polizia e carabinieri. Alla protesta ha aderito anche Onda Democratica, un’associazione dell’area di centro-sinistra di Fiumicino. Obiettivo è raggiungere la sede comunale dove lasciare simbolicamente le oltre 12 mila firme contro l’impianto di smaltimento che dovrà sorgere, su decisione regionale, entro tre anni nella zona nord del territorio comunale. 
Le firme sono state raccolte nell’ ultimo mese e mezzo da comitati e cittadini, oltre che del comune di Fiumicino, anche di Cerveteri, Bracciano, Ladispoli, Valcanneto. Nella petizione si chiede al sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, di revocare la delibera ’111′ con cui si è espresso parere favorevole alla localizzazione di un inceneritore nel comune. «La zona individuata per l’impianto – spiega Claudio Lauteri, proprietario del Casale del Castellaccio, l’area dove dovrebbe sorgere la discarica – non è idonea a livello agricolo, paesaggistico e archeologico. 
Non è giusto andare avanti per i rifiuti in questo modo: bisogna partire con il porta a porta, ed è quello che chiediamo con forza». «I cittadini sono mobilitati per tutelare la loro salute – aggiunge Massimo Piras, portavoce del Comitato Rifiuti Zero – le strade alternative alla discarica, a cui diciamo no con forza, ci sono e vogliamo farlo capire ai nostri amministratori».

mercoledì 20 luglio 2011

Gaetano Ferrieri: 47 giorni di sciopero della fame per un paese migliore


E nella più perfetta indifferenza ....

Gaetano Ferrieri:

Dal 4 giugno 2011 ad oggi sono ben 42 giorni di sciopero della fame in Piazza Montecitorio a Roma notte e giorno, ho lasciato il lavoro, la casa tutto per un ideale ben preciso, perchè ho detto ora basta!!!!

La lotta che stiamo facendo,supera le gelosie e le polemiche,è essere superiore a quanti tentano di isolarmi e stressarmi al massimo, la lotta è per difendere i Valori e gli ideali di Società e di Nazione,tutto il resto che ci circonda per una supremazia e per creare un capo popolo , esula dalla volontà di fare del bene per il Paese e chi mi conosce sa che ho sempre lottato per una difesa del più debole, per una Democrazia Reale, sono incorruttibile e lotterò con tutte le mie forze per garantire ciò. Grazie a tutti torno al presidio un abbraccio 3336677839
Gaetano Ferrieri

Oggi il 118 ha voluto ricoverarlo ma lui ha rifiutato il ricovero. Su Facebook gira un appello per trovare un medico che lo controlli ..

Notizie su Gaetano Ferrieri: 
Sono Quello che ha tentato per finanziarsi la vendita di un proprio organo .......su E-BAY il 16 luglio scorso (2008) ...

Discarica Malagrotta - una chiusura prorogata prorogata prorogata ...

Una storia infinita ..
La discarica Malagrotta, ormai satura e ritenuta essere la causa dell'avvelenamento dei terreni e persino le acque del Mar Tirreno deve chiudere e l'aerea deve essere bonificata urgentemente.

Nessuno sa con precisione quanto sia grande: le stime variano tra i 160 e i 240 ettari. Della discarica di Malagrotta si sa soltanto che riceve rifiuti di ogni genere da tutta la Capitale, Vaticano compreso, e dai comuni limitrofi, per un totale di 60 milioni di tonnellate di spazzatura.
La raccolta differenziata non supera il 20% del totale dei rifiuti, e la discarica viola gli standard europei.
Eppure continua a funzionare grazie alla "proroga delle proroghe" del 1999.



L'Arpa ha registrato picchi altissimi di ferro, manganese, nichel ma anche di arsenico e benzene. Non manca neanche una sostanza tossica chiamata N-butylbenzensolfonamide che al momento non è inserita nelle tabelle dei composti nocivi....

lunedì 18 luglio 2011

Il peso delle Regioni tra stipendi d’oro e mega consulenze

Secondo copione, il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha accusato il governo di scaricare sulle Regioni poco meno di metà dei costi della manovra. E ha minacciato (i cittadini): così ci saranno meno sanità pubblica, meno trasporti pubblici, meno aiuti alle imprese.
Secondo copione, nessuno guarda in casa propria per verificare se tutto è a posto, prima di danneggiare i cittadini. E le Regioni italiane — con i dovuti distinguo — l’occhio sui propri conti avrebbero dovuto metterlo da molti anni.

Magari è folklore ricordare certe spese pagate dalla collettività appena pochi anni fa: 75 mila euro, in Veneto, per uno studio sullo «sviluppo del turismo congressuale verso forme di organizzazione e gestione evolute» , 10 mila euro in Toscana per una consulenza «in materia di procedure di acquisto di beni di rappresentanza» , 192 mila euro in Campania per un «team di animatrici di pari opportunità» .

È folklore ricordare — come fa il giornalista Mario Giordano — che presso la Regione Lazio, anno 2009 (era Marrazzo), furono spesi 6 mila euro di caffè per le riunioni di giunta, molte tazzine per ciascun assessore.
Più sostanziale è la notizia che la Regione Sicilia ha più di 19 mila dipendenti, ognuno dei quali costa in media 43 mila euro l’anno (il 40 per cento in più dei ministeriali romani). Il governatore della Sicilia, Lombardo, ha annunciato pochi giorni fa, su Libero, che non aspetterà una legge nazionale per abolire le sue Province, ma lo farà «subito» , in virtù dello statuto speciale che regola la sua Regione. Solo che lo stesso identico annuncio lo aveva fatto alla fine della scorsa estate... 

Democrazia virtuale e dittatura finanziaria reale

Monia Benini


Il 4 luglio, l'agenzia privata statunitense di rating "Standard & Poor's" ha definito la Grecia come un paese di fatto in bancarotta finanziaria. La situazione italiana era stata declassata il mese precedente da stabile a negativa, mentre nel giro di un paio di settimane le stesse agenzie di rating private, made in USA, hanno iniziato a colpire le singole banche e vari enti locali, fornendo così un segnale preciso in merito alla opportunità di colpire lo Stivale attraverso manovre speculative.

Ma chi conduce questi assalti, capaci di mettere in brevissimo tempo un paese in ginocchio? A livello mondiale, il potere finanziario e bancario si concentra nelle mani di pochissime persone, in grado di schiacciare intere nazioni. Si pensi, giusto per esemplificare, alla figura di George Soros: egli attaccò la lira nel 1992 inducendola ad uscire dall Sme e incassando in pochi giorni 400 miliardi di vecchie lire. Nello stesso periodo rivolse un attacco simile all'Inghilterra, costringendo la sterlina alla stessa sorte della lira, facendogli incamerare in un solo giorno qualcosa come un 1,1 miiardi di dollari e guadagnandoci la definizione di "uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra".

Soros, con il suo fondo di investimento Quantum Fund, compartecipato ad esempio da un'altra potentissima casata mondiale come quella dei Rothschild, è uno dei più abili operatori sui mercati speculativi dei derivati, ovvero di quegli strumenti contrattati globalmente per una media di 1000 miliardi di dollari al giorno. La tecnica impiegata è tale da consentirgli di operare su cifre enormi, impegnando una piccolissima parte della quota nominale... 

domenica 17 luglio 2011

Nel Lazio vergognosa situazione per i pendolari


Mentre a nord del paese lo Stato cerca di imporre un treno ad alta velocità (TAV) di cui nessuno vuole, i servizi dei treni regionali, del Lazio ma non solo, continuano a degradarsi.



Vita da cani? No, da pendolari nel Lazio. Sembra sempre più dura, infatti la condizione di chi è costretto a viaggiare per lavoro dalla provincia alla Capitale.
Treni affollati, talmente affollati da rischiare malori , soprattutto ora che il caldo comincia a farsi sentire.
Il tratto ferroviario che collega Roma a Civitavecchia e al litorale alto laziale è impraticabile negli orari di punta, e da Roma non c’è possibilità di arrivare in treno oltre Civitavecchia nella fascia oraria mattutina.
I treni, inoltre, sono in condizioni fatiscenti ed anche nel migliore dei casi, cioè quando si trova un posto seduti, troppo spesso si trovano sedute sporche e bagni inagibili dalla sporcizia, vere e proprie latrine, o chiusi per guasto.
Come si può far viaggiare un treno con bagni inagibili? Abbiamo personalmente appurato il mancato funzionamento dei servizi di un intero convoglio sul treno delle 18.08 che da Roma Termini finisce la sua corsa a Pisa Centrale, treno che serve ben 6 paesi del litorale laziale ad alta densità di popolazione pendolare come Ladispoli, Cerveteri, S. Marinella, Civitavecchia, Tarquinia e Montalto di Castro.
I viaggiatori - spesso anche i turisti delle navi da crociera ormeggiate al porto di Civitavecchia – sono costretti a viaggiare stipati come in carri bestiami, al limite del decoro e della dignità umana, respirando aria viziata, non potendo usufruire del bagno, non potendosi sedere e spintonati continuamente dai passeggeri che via, via salgono alle diverse fermate.
Non solo, negli ultimi mesi, a causa- così dice Trenitalia- di lavori sul tratto ferroviario Roma Civitavecchia, alcuni treni Vivalto che percorrono questo tratto sono soppressi , i viaggiatori/ lavoratori sono perciò costretti a servirsi dei treni regionali Roma- Grosseto e Roma-Pisa , il viaggio si trasforma in un inferno, almeno fino a Ladispoli dove c’è la prima discesa di massa e si ricomincia a respirare, questi treni per sopperire alla soppressione dei convogli precedenti sono costretti a fare fermate aggiuntive a Roma Aurelia, Torre in Pietra, Maccarese e Santa Severa...

sabato 16 luglio 2011

Tar, via libera ai treni delle scorie

I treni che trasportano scorie nucleari potranno continuare ad attraversare il territorio regionale senza problemi (manifestanti ecologisti a parte): la prima sezione del Tar del Lazio ha respinto la domanda di sospensione del trasporto di scorie radioattive dal Piemonte verso la Francia. 
Anzi, nel brevo testo di ordinanza, i giudici hanno ribadito “la sicura prevalenza dell’interesse pubblico ad effettuare le attività di trasporto”, rispetto all’interesse – e diritto – della popolazione ad essere informata su quando passano questi treni pericolosi. 
Insomma: secondo il Tar è più importante il passaggio dei treni sempre e comunque, rispetto al fatto che la gente possa essere informata su quando avviene. E anche sul danno stesso che porterebbe il passaggio delle scorie radioattive, i giudici lo definiscono “meramente ipotetico”.
Sembra che proprio domani notte, o comunque nei prossimi giorni, in gran segreto dovrebbe ripassare nuovamente il treno nucleare da Saluggia alla Francia, attraversando la Valle di Susa: l’attraversamento doveva avvenire già intorno al 7 luglio, ma proprio per le tensioni dovute alla Tav si era deciso un rinvio a breve. Il processo sui treni nucleari è stato aperto grazie al ricorso preparato dall’avvocato napoletano Daniela Bauduin, su incarico dei consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolè per il Movimento 5 Stelle, della Federazione Pro Natura e del Comune di Villar Focchiardo....

venerdì 15 luglio 2011

SPORCHI DA MORIRE / anteprima VIDEO del documentario shock su inceneritori e gravi danni alla salute


SPORCHI DA MORIRE, anteprima video del documentario shock sugli inceneritori e i relativi danni alla salute.
Ecco l'anteprima video del film documentario "Sporchi da morire" sul tema degli inceneritori, i pericoli per la salute e le possibili alternative sostenibili legate al riciclo dei rifiuti.
Regia di Marco Carlucci.

Il film prende ispirazione da molte domande: è vero che gli inceneritori sono dannosi? 
Perché si continuano a costruirne in Italia, mentre il resto del mondo le sta smantellando?
Quali sono i reali rischi per la salute? Quali sono i danni causati dalle nano-particelle emesse dagli inceneritori? Quali sono le possibili alternative?
E' con queste domande che Carlo Martigli, scrittore e giornalista, comincia la sua ricerca.


Trovato ordigno sul Tav Roma-Napoli

FROSINONE - «Al momento è presto per dire che cosa avessero intenzione di fare». Il questore di Frosinone parla di chi ha messo un razzo terra-aria sotto un cavalcavia della linea ferroviaria ad alta velocità, tra Ceccano e Castro dei Volsci, nel tratto ciociaro della Tav Roma-Napoli. Un vettore lungo un metro e mezzo, collegato ad una scatola con dei fili, privo di esplosivo nella testata, ma con abbastanza propellente per essere lanciato, secondo gli investigatori.

 Scoperto la scorsa notte dalla Digos durante dei controlli per prevenire sabotaggi o danneggiamenti alla linea, il razzo avrebbe una valenza dimostrativa. «L'ipotesi prevalente è quella di un atto compiuto da associazioni criminali a scopo di rapina o estorsione - ha detto il questore di Frosinone Giuseppe De Matteis -. Sicuramente ci sono collegamenti con la Tav. Le indagini ci porterebbero ad alcuni gruppi che in passato hanno avuto accesso ad armi in dotazione alle Forze Armate per azioni di criminalità».Il razzo farebbe infatti parte dell'armamento di un elicottero da guerra. Messo in sicurezza e disinnescato dagli artificieri, l'ordigno avrebbe potuto in teoria centrare un treno in transito, «ma senza fare gravi danni», secondo la questura di Frosinone. C'è n'è comunque abbastanza per immaginare scenari diversi e preoccupanti, anche se gli inquirenti escludono la matrice terroristica o eversiva... 

mercoledì 13 luglio 2011

Val di Susistan

Marco Cedolin

Dopo le missioni di guerra al soldo degli americani, Bosnia, Iraq, Afghanistan, Libano, Libia, inizia la stagione delle missioni militari al servizio della mafia del tondino e del cemento, e quale teatro potrebbe essere più consono ad inaugurarle, della Valsusa ribelle, dove i "talebani" NO TAV rifiutano il treno veloce , le gallerie scavate a dinamite e la didascalia del progresso?
Da domani, 150 alpini della Taurinense saliranno a Chiomonte, per liberare le donne valsusine dal burka della bandiera con il treno crociato, per bonificare il terreno dalle mine anti – talpa e per dare la caccia al Mullah Perino, accusato d'incitazione alla rivolta contro ruspe, talpe, contractors che le manovrano e poliziotti che ne proteggono l'operato.

Tutto sommato di tratterà di una vacanza, per militari avvezzi a ben altri teatri di guerra, dove i blindati saltano sulle mine vere, dove si spara a raffica senza pensarci su due volte e poco importa se il risultato è una strage di donne e bambini o il massacro degli invitati ad un matrimonio, dove i soldati fanno la guardia a migliaia di chilometri da casa e combattono contro popoli stranieri, anzichè contro i loro concittadini... 

martedì 12 luglio 2011

Monterosi (VT) - Una centrale a olio di colza?


Energie pulite, motore del futuro. Si, ma che siano “eco-compatibili”, usando un gioco di parole, con i cittadini, prima di tutto!
La questione vede, nel particolare, la creazione di una struttura termoelettrica da 3MW totali, la costruzione della quale è stata autorizzata dalla giunta “monterosolina” con delibera n. 26 del 28/10/10 e sua variante, n.33 del 30/11/10. Un “simpatico“ eco mostro, capace di bruciare, con motori diesel, l‘equivalente in olio di colza e vari, composto da sostanze “grasse“ di diversa composizione, “di 10.000 friggitorie accese ed operanti contemporaneamente“, come accenna Paolo D‘Arpini, Portavoce European Consumers Tuscia, in una nota, .
L’inquinamento acustico e atmosferico “galopperebbero”. Il 60 % del combustibile bruciato verrebbe emanato nell’aria facendo ricadere “particolato”, gas e pericolosissime “polveri sottili PM10” e “nano-polveri”, con effetti fortemente cancerogeni e mutageni reali, qualora la popolazione sia sottoposta ad esposizione continuativa, come avverrà nei territori di Nepi, Monterosi, finanche Trevignano, compresi in parte anche fisicamente nella costruzione degli edifici necessari. Oltre questa esistono molte e molte altre considerazioni, che per motivi di “spazio” non tratteremo ora, ma ci riserviamo di approfondire in seguito.
Chiaramente tutto ciò non è concepibile né per l’ecosistema ricco ed importante dei nostri territori, ne per la società civile e la salute dei cittadini che ogni giorno dovrebbero vivere nelle condizioni “imposte” dall’impianto energetico. Per ora la ditta indicata per la costruzione e gestione delle centrale, non possiede ancora, a quanto ci è dato sapere, le autorizzazioni di legge della provincia di Viterbo e della Regione Lazio, come anche i finanziamenti della Comunità Europea; questi però, potrebbero essere imminenti e giungere da un momento all’altro, dando il via burocratico e fisico alla costruzione. Bisogna muoversi prima....