C’è una diretta correlazione tra la presenza di arsenico nell’acqua e una serie di malattie associabili all’esposizione al componente chimico (tumori al polmone, alla vescica, ipertensione, patologie ischemiche, respiratorie e diabete) anche nella provincia di Viterbo. E’ la conclusione di uno studio che racchiude il periodo 2005-2011 effettuato dal dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario del Lazio e che sono stati presentati in una conferenza stampa dalla dottoressa Antonella Litta referente per la zona di Viterbo dell’associazione italiana medici per l’ambiente.
Si tratta di dati importanti, che vanno ulteriormente verificati, ma ''supportano la necessità - sottolinea Litta - di un intervento di sanità pubblica per ridurre l’esposizione delle popolazioni residenti nelle aree con livelli di arsenico che eccedono i limiti di legge''.
Infatti il tetto stabilito dal legislatore è di 10 microgrammi di arsenico per litro d’acqua. Per ciò che riguarda la mortalità il periodo analizzato è il decennio tra il 1990 e il 2009, mentre non sono presenti studi anteriori al 2005 sull’esposizione all’arsenico. Secondo l’indagine nei comuni della Tuscia coinvolti (quelli circostanti l’area del lago di Vico: Caprarola, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Carbognano, Capranica, Nepi e Ronciglione) si registrano eccessi di mortalità, di prevalenza e di incidenza per patologie tumorali, ischemiche e infarto al miocardio.
L’obiettivo dell’indagine è stato valutare eventuali danni alla salute nella popolazione residente in rapporto ad esposizioni croniche ad arsenico legate al consumo d’acqua: sono stati interessati tutti i 60 comuni della provincia di Viterbo insieme ad altre zone del Lazio. Nel periodo 1990-2009 nel gruppo di comuni con livelli di arsenico maggiori di 20 microgrammi per litro d’acqua si registra il 10% in più di mortalità legata a malattie del sistema arterioso, per malattie ischemiche del cuore. E questo vale sia per gli uomini che per le donne ...