SULLA NOSTRA PELLE: INVESTITORI CHE PORTANO VELENO E POLITICANTI SENZA SCRUPOLI. SI VUOLE REALIZZARE A CIVITAVECCHIA UN PERICOLOSO INCENERITORE
La delibera relativa alla convocazione di una conferenza di servizi per la valutazione del famoso progetto BEG, ovvero il progetto di un impianto di incenerimento dei rifiuti mediante pirolisi, è emblematico dell’ignoranza, mista ad arroganza, con cui si pensa di poter gestire la cosa pubblica.
Ignorate le precedenti delibere di consiglio comunale, che sottolineiamo essere nell’ordinamento italiano attualmente in vigore, il massimo organo di indirizzo e di controllo politico – amministrativo del Comune, che esprimevano netta contrarietà a detto progetto e ribadivano la contrarietà ad ogni ipotesi di impianto di incenerimento dei rifiuti sul territorio.
Ignorata, la relazione della commissione relativa alla valutazione del project financing che evidenziava come il progetto presentato dalla BEG comportasse un aumento dei volumi trattati e successivamente conferiti in discarica, e conseguentemente un maggior impatto ambientale e un aumento in termini assoluti della volumetria della discarica (ben 806.000 mc., ovvero 725.400 ton/totali).
Ignorate le normative che regolano la valutazione di progetti tramite lo strumento di project financing e quelle relative alle convocazioni di conferenze di servizio.
Ignorate, in maniera ancora più colpevole, tutte le normative, nazionali, regionali e provinciali, che impongono agli enti locali di raggiungere entro il 31 dicembre 2008 almeno il 45% di raccolta differenziata (che a Civitavecchia non supera il 7%), pena l’imposizione di una sanzione del 20% dei costi di smaltimento che sarà a carico dei cittadini.
Ignorati, infine, gli ormai innumerevoli studi che mettono in correlazione la presenza di impianti per l’incenerimento di rifiuti con danni alla salute umana.
Infatti tali impianti bruciando materiali estremamente vari, emettono un gran numero di sostanze chimiche (circa 250 attualmente individuate), di diverso grado di pericolosità, trasformando peraltro rifiuti relativamente innocui in rifiuti altamente tossici e pericolosi, sotto forma di emissioni gassose, ceneri volatili e ceneri pesanti.
Tra le sostanze più pericolose troviamo: arsenico, berillio, cadmio, cromo, nickel, mercurio che sono classificati dalla IARC (International Agency Research of Cancer) a livello I come rischio oncogeno documentato in quanto correlati ad aumentato rischio di neoplasie a livello di: polmone, cute, fegato, vescica, rene, colon, prostata; il benzene correlato all’insorgenza di leucemie e il tricloroetilene correlato con linfomi non Hodgkin ed epatocarcinoma.
Gli inceneritori rappresentano, poi, una delle fonti più importanti di inquinamento da diossine, sostanze liposolubili e persistenti che vengono assunte tramite la catena alimentare.
Le caratteristiche di persistenza ed accumulo delle diossine - come pure degli Idrocarburi Policiclici Aromatici e dei Poli-Cloro-Bifenili - fanno sì che il rispetto dei limiti di legge delle concentrazioni di queste sostanze nei fumi non garantisca di per sé la salute della popolazione, in particolare di quella infantile
E’ a dir poco evidente, quindi, che perseguire nella realizzazione di un impianto che andrebbe ad aggravare pesantemente il carico delle emissioni inquinanti in una realtà territoriale già gravemente compromessa come quella cittadina, significa perseguire in un intento tanto irresponsabile quanto criminale, che mette a nudo la protervia di chi abusa del territorio a proprio uso e consumo nella totale indifferenza per la salute della popolazione amministrata, costretta ancora una volta a subire una servitù tanto impattante quanto poco redditizia.
Ignorate le precedenti delibere di consiglio comunale, che sottolineiamo essere nell’ordinamento italiano attualmente in vigore, il massimo organo di indirizzo e di controllo politico – amministrativo del Comune, che esprimevano netta contrarietà a detto progetto e ribadivano la contrarietà ad ogni ipotesi di impianto di incenerimento dei rifiuti sul territorio.
Ignorata, la relazione della commissione relativa alla valutazione del project financing che evidenziava come il progetto presentato dalla BEG comportasse un aumento dei volumi trattati e successivamente conferiti in discarica, e conseguentemente un maggior impatto ambientale e un aumento in termini assoluti della volumetria della discarica (ben 806.000 mc., ovvero 725.400 ton/totali).
Ignorate le normative che regolano la valutazione di progetti tramite lo strumento di project financing e quelle relative alle convocazioni di conferenze di servizio.
Ignorate, in maniera ancora più colpevole, tutte le normative, nazionali, regionali e provinciali, che impongono agli enti locali di raggiungere entro il 31 dicembre 2008 almeno il 45% di raccolta differenziata (che a Civitavecchia non supera il 7%), pena l’imposizione di una sanzione del 20% dei costi di smaltimento che sarà a carico dei cittadini.
Ignorati, infine, gli ormai innumerevoli studi che mettono in correlazione la presenza di impianti per l’incenerimento di rifiuti con danni alla salute umana.
Infatti tali impianti bruciando materiali estremamente vari, emettono un gran numero di sostanze chimiche (circa 250 attualmente individuate), di diverso grado di pericolosità, trasformando peraltro rifiuti relativamente innocui in rifiuti altamente tossici e pericolosi, sotto forma di emissioni gassose, ceneri volatili e ceneri pesanti.
Tra le sostanze più pericolose troviamo: arsenico, berillio, cadmio, cromo, nickel, mercurio che sono classificati dalla IARC (International Agency Research of Cancer) a livello I come rischio oncogeno documentato in quanto correlati ad aumentato rischio di neoplasie a livello di: polmone, cute, fegato, vescica, rene, colon, prostata; il benzene correlato all’insorgenza di leucemie e il tricloroetilene correlato con linfomi non Hodgkin ed epatocarcinoma.
Gli inceneritori rappresentano, poi, una delle fonti più importanti di inquinamento da diossine, sostanze liposolubili e persistenti che vengono assunte tramite la catena alimentare.
Le caratteristiche di persistenza ed accumulo delle diossine - come pure degli Idrocarburi Policiclici Aromatici e dei Poli-Cloro-Bifenili - fanno sì che il rispetto dei limiti di legge delle concentrazioni di queste sostanze nei fumi non garantisca di per sé la salute della popolazione, in particolare di quella infantile
E’ a dir poco evidente, quindi, che perseguire nella realizzazione di un impianto che andrebbe ad aggravare pesantemente il carico delle emissioni inquinanti in una realtà territoriale già gravemente compromessa come quella cittadina, significa perseguire in un intento tanto irresponsabile quanto criminale, che mette a nudo la protervia di chi abusa del territorio a proprio uso e consumo nella totale indifferenza per la salute della popolazione amministrata, costretta ancora una volta a subire una servitù tanto impattante quanto poco redditizia.
Simona Ricotti
Resp. Forum Amb. Civitavecchia
Fonte: UnoNotizie
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