lunedì 22 marzo 2010

Da diritti a privilegi

In Italia, nonostante si cerchi di ammansire il gregge teledipendente con altre notizie, altre discussioni, altre estasi sfavillanti create ad arte e alla bisogna (per chi volesse capire, basta aver dato un'occhiata alla manifestazione PDL di domenica scorsa), esiste la crisi. Esistono i suo effetti reali, che iniziano forte a farsi sentire.
Mentre il resto dell'Europa (semi)libera dall'informazione taroccata si preoccupa e ragiona su come uscire da una catastrofica crisi, noi ci si balocca da spettatori a vedere l'arresto di tal corrotto o la pubblica gogna per tal altro; il tutto, in genere, si dissolve dalla girandola mediatica in pochi giorni. Per passare il testimone ad un altro brutto affare, tanto caro al teledipendente morboso di cui sopra.

E, intanto, il lavoro prende il largo, si allontana per sempre più persone in maniera drammatica. A nulla valgono le barricate sui tetti, le azioni dimostrative eclatanti, i gesti estremi: non c'è verso di far ragionare il Paese di cose reali, il gioco dell'altalena dei "partiti utili" deve continuare. Noi, ai margini.

L'analisi di Adele Dentice, del coordinamento nazionale di Per il Bene Comune, area Lavoro.

gb






Da diritti a privilegi

Lavoratori “pesanti”, con alle spalle venti , trent’anni di attività sono diventati un peso morto per l’economia per cui vanno cacciati con tutti i loro diritti acquisiti e sostituiti con i giovani precari da schiavizzare e pagare di meno, perché colti in un momento di assoluta debolezza.
Resi ricattabili e inseriti all’interno di una guerra tra poveri, I precari rimangono privi di quelle tutele che garantiscono i lavoratori già occupati, ma il vero inganno è dato sia dalla trasformazione dei rapporti di lavoro, che diventano di tipo privatistico, che dal venire “affidati” alla simbolica autorità dei giudici in caso di controversie .

Dopo anni di lotte e di sangue, il mondo del lavoro si trova indebolito e diviso perché tradito dai sindacati che, al servizio dei padronati e della Confindustria , hanno firmato accordi capestro con i governi o sono rimasti inerti di fronte a rinnovi contrattuali, dimostratisi attacchi alle condizioni di vita dei lavoratori e dei settori popolari.
L’inazione si è rivelata ancora più pericolosa di qualsiasi firma o accordo esplicito, perché nel tempo ha logorato la certezza del diritto, alimentando il senso di insicurezza che ha bloccando nei lavoratori la capacità di difendere se stessi

Mentre la legge 1167 bis viene approvata con il tacito assenso di un’opposizione inerte, siamo tutti ,più o meno Colpevolmente, distratti dai guazzabugli prodotti da una legge elettorale bipartisan che nega la nostra volontà e i nostri diritti di elettori e non dà più alcuna rappresentanza alle minoranze , ma ,soprattutto, siamo colpevoli di esserci accontentati nel tempo delle briciole, mentre ai nostri danni si sta consumando La controriforma del Lavoro e del Contratto nazionale , che segue puntualmente quella della scuola, la quale nei fatti è andata a regime senza troppi ostacoli, poiché i movimenti spontanei sono stati fagocitati dai partiti e dalla burocrazia sindacale, smorzando qualunque reattività residua

Oggi, a quasi 10 anni dal primo tentativo di emanazione di una legge che attacca nella sua essenza la Costituzione , la si ripropone aggirandola, ma, sostanzialmente, si riproduce identico il tentativo di smantellamento dell’art 18, obbligando i lavoratori a rinunciare al contratto collettivo e trasformando i sindacati in “erogatori di servizi non più agenti contrattuali” (Sergio Cofferati intervista al Secolo XIX del 4 marzo 2010).

Alla luce anche delle parole di Cofferati è ’ stupefacente il silenzio o le tiepide risposte del più importante sindacato italiano , la CGIL che, schiava del PD, risponde con toni blandi alla legge 1167-B limitandosi a proporre un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale; Epifani, senza dare la dovuta importanza al’attacco all’art.18, ha dichiarato che con parteciperà alla raccolta di firme per chiedere un referendum e lo sciopero del 12 diluisce la questione tra la rivendicazione di quell’elemosina dei 500 euro di sgravio fiscale e altri temi fondamentali quali la scuola, le pensioni ecc .

Un’assuefazioni alle novità, di fronte al processo demolitorio dei diritti ? o ancora una volta la CGIL si mostra subalterna a un PD disinteressato sulle questioni del lavoro come testimonia il fragoroso silenzio di Bersani e la supponenza di Ichino, quando afferma che ci sono cose più importanti di cui discutere della legge del 3 marzo

Adele Dentice
Per il Bene Comune Puglia

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