lunedì 29 agosto 2011

30 Agosto 2011: Presidio a Roma


Il Trattato Italia-Libia di amicizia, partenariato e cooperazione è stato firmato il 30 agosto 2008. Il Trattato stabilisce inoltre che il 30 agosto, anniversario della firma, sia proclamato “Giornata dell’Amicizia italo-libica”.
Martedì 30 agosto 2011 si avvicina e non ci sarà niente da festeggiare perché la Repubblica Italiana ha tradito la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista, ha sospeso unilateralmente il trattato e ha preso parte all’aggressione militare e criminale della NATO, che ha causato già centinaia di vittime libiche civili, tra cui donne, anziani e bambini, violando l’articolo 11 della Costituzione. Ma i nostri servi politici continuano a mentire spudoratamente e a parlare di “azione umanitaria a difesa dei civili”.
Ma non c’è modo di indorare la pillola: la coalizione atlantica è in guerra e, con lei, l’Italia: il comando dell’operazione di sfondamento Odissey Dawn è stato coordinato presso la base di Capodichino, diversi cacciabombardieri in dotazione all’Esercito hanno partecipato alle missioni sui cieli della Libia e laPortaerei Garibaldi (dotata di lanciamissili, lanciasiluri e di una capacità di carico massima di 12 cacciabombardieri AV-8B) è tutt’ora impegnata al largo delle coste libiche nelle acque del Golfo della Sirte...

martedì 23 agosto 2011

Gaetano Ferrieri - L'ordine è chiaro: censurare!


Se ne parla in tutto il mondo. La CNN ha dedicato 5 minuti in apertura di notizie.
Se ne parla in Cina, negli Stati Uniti d'America, addirittura in IRAN !
La mediaticità italiana vive in questi giorni il proprio declino.
VINCE INTERNET, VINCE GAETANO !

lunedì 22 agosto 2011

Non c'è nessuna crisi



Un contadino ha un campo di grano e produce pasta e pane. Un secondo contadino ha un frutteto. Un allevatore ha un gregge di pecore e produce latte e formaggi. Un artigiano realizza mobili in legno, un altro fila la lana e tesse indumenti.

Quello che ha il pane ne scambia una parte con il formaggio dell’allevatore e con i maglioni del secondo artigiano. Quello che ha la frutta ne scambia un po’ con un tavolo e quattro sedie, e con qualche chilo di pasta. Ognuno produce qualcosa e tutti insieme hanno le cose essenziali per vivere. La natura, del resto, nel medio termine si può considerare prevedibile: se un anno c’è meno frutta, l’anno dopo ce ne sarà di più...

sabato 20 agosto 2011

Ma ha ancora senso parlare di crescita?

Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio
(http://decrescitafelice.it/)

Segavano i rami sui quali erano seduti. E si scambiavano a gran voce le loro esperienze, di come segare più in fretta. E precipitarono con uno schianto. E quelli che li videro, scossero la testa e continuarono a segare. (Bertolt Brecht)

Sembra ormai sempre più chiaro: non stiamo seguendo la giusta direzione, e serve un nuovo paradigma culturale che ci permetta di cambiarla. Magari con la decrescita. Che non vuol dire “tornare indietro”, ma semplicemente “cambiare rotta”, in totale contrasto con l’imposizione della crescita (economica) senza limiti, tanto deleteria quanto improbabile. La Decrescita Felice non è ripudio per la tecnologia o per l’innovazione. Ci vuole infatti più tecnologia per costruire, ad esempio, una casa “passiva” senza impianto di riscaldamento o che, se non passiva, consumi al massimo 7 litri di gasolio al metro quadro all’anno, come in Germania, di una che ne consuma anche più di venti, come in Italia.

La Decrescita Felice è il desiderio ed ha l’obiettivo di riportare sia l’economia che, appunto, la tecnologia al servizio dell’uomo, e non il contrario. Decrescita significa mettere in pratica una serie di cambiamenti che in certi casi possono dare l’impressione di far fare un passo indietro, ma non ritiene necessariamente che il passato sia stato tutto rose e fiori. È un tentativo di dare un aspetto più umano e meno atomizzato alla situazione attuale, cercando di unire alcuni vecchi usi o abitudini all’attuale apertura mentale e livello culturale (in teoria superiori rispetto a prima), nonché agli attuali progressi scientifici e tecnologici....

È il proposito di riportare l’essere umano a lavorare per vivere, non vivere per lavorare; a produrre per usare, non consumare per produrre. È il tentativo di ridare il giusto significato a termini quali “progresso”, “sviluppo”, “benessere” (ormai confuso con “tantoavere”) e ovviamente “crescita”, non di voler tornare al carro e alla candela, o altri luoghi comuni preconfezionati che le vengono attribuiti. E se in certi casi la Decrescita Felice può in effetti portare a fare un passo indietro, non vuol dire che sia un male, o che sia una scelta così sbagliata. Se vi trovate sull’orlo di un precipizio, ad esempio, preferireste fare un passo avanti o uno indietro?

Decrescita Felice è anche questo. È la consapevolezza del fatto che è arrivato il momento di rallentare, magari anche di fermarsi un attimo a riflettere sul da farsi, guardare il precipizio che ci si prospetta davanti (che sia economico, sociale, ambientale, esistenziale), fare un passo indietro se è necessario, e continuare sulla nostra “nuova” strada, avendo scelto un sentiero diverso per potere davvero andare avanti. È, paradossalmente, uno dei fenomeni più innovativi che ci siano in questo momento, soprattutto se si pensa che mercato, politica ed economia si basano per lo più su concetti, convinzioni e ideologie ormai vecchi di due secoli.Siamo solo all’inizio di quello che, si spera, sarà un lungo percorso da fare tutti insieme dato che, in un modo o nell’altro, siamo tutti sulla stessa barca. L’importante è non abbandonarsi all’idea che sia in ogni caso una battaglia persa, e che l’unica possibilità che abbiamo è quella di adeguarci alle regole dettate da un mercato impazzito che, promuovendo (tramite la società di consumi che ha creato) lo spreco e la superficialità, continua a (provare a) distrarci dalle nostre reali esigenze, propinandoci una serie di vuote e false promesse che non stanno creando che problemi e frustrazioni.
La crepa nel Muro

martedì 16 agosto 2011

Le errate scelte quotidiane hanno generato un miliardo di persone senza acqua


Eduardo Capuano

Secondo l'ONU sono più di un miliardo gli esseri umani che attualmente non hanno accesso a sufficienti risorse idriche per vivere. Un miliardo di persone per cui non sono garantiti bisogni primari quali alimentazione e condizioni igienico-sanitarie. Sono infatti meno di venti i litri d'acqua al giorno disponibili per una popolazione superiore a quella che abita l'intero continente europeo. Questa situazione fa morire ogni anno un milione e mezzo di bambini.

LA CRISI DI UN MODELLO INSOSTENIBILE

La gestione dell'acqua potabile è, e resterà a lungo, una delle prorità più alte su scala planetaria. A determinare lo squilibrio sono solo in parte i paesi emergenti e in via di sviluppo che aumentano la richiesta idrica ed energetica per la propria crescita; è soprattutto il mondo 'occidentale' (ormai diffuso e globalizzato al di là della collocazione geografica) con il suo stile di vita insostenibile e il suo modello produttivo basato sulla la chimera della crescita infinita, a prosciugare e compromettere quotidianamente le riserve idriche che la natura ha impiegato milioni di anni a costituire.

IL VALORE DELLE SCELTE QUOTIDIANE

Lo stile di vita di ciascuno di noi è determinante per spostare l'ago di questa bilancia. Prendiamo in considerazione le nostre scelte quotidiane, dall'alimentazione ai vestiti che compriamo passando per i giocattoli che compriamo ai nostri figli, e via dicendo: ogni scelta, specialmente quelle ripetute nel tempo, ha un riflesso sui consumi d'acqua... 

domenica 14 agosto 2011

Qualcosa è cambiato

Beppe Grillo
Quelle facce. Non le sopporto più. Non le posso più vedere. Mi danno la nausea, il vomito, il rigetto. Che l'Italia sia fallita lo posso accettare. Ma questi dilettanti con i lorosorrisi da maiali e da furetti non riesco più a sopportarli. Pagherei qualunque tassa, farei qualunque sacrificio per evitare quei ghigni da stronzo che compaiono ogni sera in televisione, ogni mattina in 10 pagine di giornale. Di buoni a nulla che si atteggiano a statisti.

Qualcosa si è rotto dentro di me, forse dentro tanti di voi. 

Qualcosa è cambiato. 
Il Paese ha capito di essere guidato da incapaci e da disonesti, forse lo sapeva già, ma pensava a un cambio della guardia dolce, come avviene in molti fallimenti. I responsabili si defilano, raggiungono la porta, non si fanno più vedere. E lo capisci, li lasci andare. 
Domani è un altro giorno e si può pensare a ricostruire. Invece questi traditori dell'economia nazionale che hanno indebitato il Paese e negato la catastrofe con una improntitudine degna del massimo disprezzo, questi gaglioffi non si schiodano, non mollano neppure un centimetro del loro potere. Io non sono violento, ma cerco di prevedere gli eventi. La Storia non solo non si ferma, ma si ripete. Quando incontra un muro sul suo percorso lo butta giù. E' avvenuto con il muro di Berlino, ma anche con la testa di Luigi XVI e con la famiglia dello Zar. Eventi che, a posteriori, erano del tutto spiegabili. Craxi è scappato...

venerdì 5 agosto 2011

No alla provocazione delle Grandi opere

Dunque il Cipe – il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – ha confermato la volontà del Governo di procedere sulla strada delle Grandi opere infrastrutturali, e segnatamente del cosiddetto Piano Infrastrutturale per il Sud, della Tangenziale Esterna a Milano e dell’immancabile linea Tav tra Torino e Lione. Non sono riuscito a leggere se altre Grandi opere “in carriera” siano state cancellate, o che tipo di selezione e cernita sia stata fatta, ma poco cambia. Il punto è che Matteoli si è vantato del fatto che in tempi di crisi si investirà comunque sulle grandi opere e che questa sarebbe la leva della famosa crescita che farà recuperare anche la nostra economia.

Spero che nelle prossime settimane chi se ne intende più di me ci aiuterà a capire quali e quante di queste Grandi opere verranno effettivamente finanziate, se si è osato stopparne definitivamente qualcuna o se si continua dicendo sì a tutti per non scontentare nessuna lobby. Allo scontro più o meno virtuale tra sostenitori e oppositori delle Grandi opere si sovrappone infatti un tira e molla per l’accaparramento delle risorse per gli appalti pubblici, questo sì localistico e corporativo oltre che spudoratamente lobbistico nei metodi... 

giovedì 4 agosto 2011

Viterbo - Bando Asl per due infermieri, Parroncini: “Grave anomalia”

''Corsia preferenziale per soli DUE infermieri mentre in 600 aspettano ancora i risultati''
''C’è il blocco delle assunzioni e ci sono frotte di precari che attendono di essere stabilizzati. Poi ci sono oltre 600 candidati che aspettano invece la graduatoria delle prove preselettive espletate a maggio per un incarico da infermiere a tempo determinato. E la Ausl che fa? Aprendo una corsia preferenziale, espleta un bando per la mobilità esterna per due infermieri''. E' quanto dichiara il consigliere regionale del Pd Giuseppe Parroncini, a proposito del nuovo bando per il settore sanitario. 

''Tali procedure assumono una valenza più che mai anomala di fronte ai veri problemi della sanità viterbese, che possono provocarne il collasso - continua Parroncini -. Grazie al blocco delle assunzioni infatti le strutture si stanno svuotando, il blocco delle sostituzioni per malattie e gravidanze appesantisce fino al limite la situazione, infine il prolungamento del precariato impoverisce gli standard assistenziali e colpisce i lavoratori''....

Casta Mafia Massoneria



Appello di  Gaetano Ferrieri





mercoledì 3 agosto 2011

Ci rubano il territorio. E quindi il futuro


Tra i primati alla rovescia di cui possiamo vantarci c’è anche quello di essere i maggiori produttori-consumatori di cemento nel mondo, due-tre volte gli Stati Uniti, il Giappone, l’Unione Sovietica: 800 chili per ogni italiano. E lo spreco porta al consumo irreversibile di quella risorsa scarsa e irriproducibile che è il territorio. Gli esperti calcolano che nell’ultimo trentennio abbiamo sommerso sotto cemento e asfalto un quinto dell’Italia (circa sei milioni di ettari): e che andando avanti con questo ritmo, tra tre o quattro generazioni tutta l’Italia sarà consumata e finita, ricoperta da un capo all’altro da un’ininterrotta e repellente crosta edilizia e stradale, con tutte le catastrofiche conseguenze immaginabili, inquinamento, dissesto idrogeologico, cancellazione di paesaggio e natura. L’Italia è dunque un paese a termine, dalla topografia provvisoria, che si regge su un avverbio: questa foresta non è ancora lottizzata, quel centro storico è ancora ben conservato, questo tratto di costa non è ancora cementificato ecc. E lo diciamo ben sapendo che il peggio deve ancora venire.” ..

lunedì 1 agosto 2011

Checosamanca, Il Microscopio


Checosamanca® è un film documentario politico sullo stato presente dell’Italia, un film collettivo di giovani e giovanissimi registi coprodotto da RaiCinema ed Eskimosa.
In 7 cortometraggi vengono raccontate altrettante storie italiane e una di queste, quella qui proposta, è la storia del microscopio ESEM perduto e dell’instancabile attività dei ricercatori Gatti e Montanari per continuare a portare avanti la loro ricerca sulle nanopatologie.
Una ricerca che è anche la nostra.
Buona visione

microscopioesem.wordpress.com