mercoledì 20 luglio 2011

Discarica Malagrotta - una chiusura prorogata prorogata prorogata ...

Una storia infinita ..
La discarica Malagrotta, ormai satura e ritenuta essere la causa dell'avvelenamento dei terreni e persino le acque del Mar Tirreno deve chiudere e l'aerea deve essere bonificata urgentemente.

Nessuno sa con precisione quanto sia grande: le stime variano tra i 160 e i 240 ettari. Della discarica di Malagrotta si sa soltanto che riceve rifiuti di ogni genere da tutta la Capitale, Vaticano compreso, e dai comuni limitrofi, per un totale di 60 milioni di tonnellate di spazzatura.
La raccolta differenziata non supera il 20% del totale dei rifiuti, e la discarica viola gli standard europei.
Eppure continua a funzionare grazie alla "proroga delle proroghe" del 1999.



L'Arpa ha registrato picchi altissimi di ferro, manganese, nichel ma anche di arsenico e benzene. Non manca neanche una sostanza tossica chiamata N-butylbenzensolfonamide che al momento non è inserita nelle tabelle dei composti nocivi....
La discarica doveva essere chiusa già nel 2008 (GUARDA LA VIDEOINCHIESTA dell’Ami), ma il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, ha paventato la possibilità che resti attiva fino al 2013. A questo hanno reagito i comitati di cittadini che, forti dei dati Arpa, spingono per la chiusura del siti prima che l’inquinamento, portato dai fiumi, arrivi inesorabilmente fino al mare.

Eppure a fine giugno la governatrice del Lazio ha rinviato di sei mesi la chiusura del sito che era stata chiesta dall’Ue. E nello stesso documento viene indicata anche la località Pizzo del prete a Fiumicino come area alternativa, idonea per il ciclo integrato dei rifiuti. La Polverini ha sottolineato che la proroga di Malagrotta sarà "l'ultima" e "non sarà più possibile reiterarla".
Per l’Unione europea, infatti, nella vecchia discarica i rifiuti non vengono adeguatamente trattati prima di essere stoccati, come impongono le norme comunitarie.

I comitati di Malagrotta, che riuniscono gli abitante della Valle Galeria, hanno annunciato un ricorso al Tar.

I comitati denunciano: Roma come Napoli. Anzi, peggio. «Perché a Napoli almeno il problema è visibile, a Roma invece continuano a mettere la cenere sotto il tappeto, giocando sull'emergenza e sulla salute delle persone», spiega l'avvocato Francesca Romana Fragale, che rappresenta i comitati cittadini di Malagrotta nella battaglia legale contro l'omonima discarica. Cinque processi, altrettante condanne in primo grado. Una per «danno ambientale». E il «tappetone» romano sta sempre lì.
L'ottavo colle di Roma, l'hanno ribattezzato. Grande come duecentocinquanta campi da calcio, da decenni continua a nascondere migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati nel sottosuolo della Valle Galeria.
Ma, ogni volta che la misura è colma, arriva una proroga. (...) La beffa è evidente. Perché nel frattempo la Regione Lazio si è impegnata con l'Europa a raggiungere la quota del 60% di raccolta differenziata sempre entro il 31 dicembre 2011.
Su questa vicenda e sui livelli di differenziata raggiunti nel Lazio i parlamentari del Pd hanno appena presentato una interrogazione al ministro Prestigiacomo. E intanto - raccontano i comitati cittadini Manlio Cerroni prepara Malagrotta bis. A Testa di Cane, accanto a Malagrotta, sono iniziati gli scavi sotto i teloni. Cosicché se dovesse esserci una nuova emergenza, il re della monnezza sarà l'unico a non farsi cogliere impreparato. www.radicali.it


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